Il monte Amiata è un angolo insolito e prezioso della Toscana. Antico vulcano ormai spento, domina dall’alto dei suoi 1738 metri le vallate circostanti della val d’Orcia e della val di Paglia, la superba piana della Maremma, le dolci e suggestive colline senesi, la verde depressione del lago di Bolsena.
Il territorio amiatino è compreso in parte nella provincia di Grosseto e in parte in quella di Siena, in una vasta area di pertinenza dei comuni di Abbadia San Salvatore, Santa Fiora, Arcidosso, Castel del Piano, Seggiano, Semproniano, Piancastagnaio e Castell’Azzara. Questi borghi sono piccole realtà dove ancora oggi lavorano artigiani, fabbri, falegnami di antica tradizione. Le tecniche utilizzate sono tramandate da generazioni, sono segrete e custodite gelosamente dalle famiglie locali. Lo stesso vale per la gastronomia: la cucina tipica si basa su ricette del passato, fatte a mano con pazienza e dedizione. La differenza si sente nei profumi e nei sapori.
Presenze come quelle riferibili all’arte figurativa del trecento senese, e architetture monumentali come i castelli del lontano medioevo (Arcidosso, Montelaterone, Piancastagnaio), le abbazie romanico-longobarde (Abbadia San Salvatore, Abbazia di Sant’Antimo), la Villa Sforzesca di Castell’Azzara, il palazzo Bourbon del Monte a Piancastagnaio, le chiese rinascimentali e barocche di Castel del Piano, le ceramiche robbiane e il parco Peschiera a Santa Fiora, stanno a testimoniare l’incrociarsi di civiltà e culture che hanno interessato o comunque lambito il territorio dell’Amiata, inserito nella sorprendente storia della Toscana meridionale.
Il Monte Amiata è un territorio incontaminato ideale per passeggiate ed escursioni. Queste attività sono perfette per la raccolta di castagne e funghi che la montagna offre in abbondanza.
Proprio per preservare la natura locale e le specie che la abitano, molte zone del monte sono oggetto di tutela.