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Radicofani
La vedetta della Val d’Orcia si erge fiera e maestosa invitando ad aprire uno scrigno di storia e d’ arte e, insieme, una natura dolce ed aspra, piena di fascino.
BORGHI E MUSEI | Borghi
Radicofani

Radicofani, SI

Il territorio del Comune di Radicofani, come è allo stato attuale,  è nato nel 1778 dall’unione degli antichi Comuni di Radicofani e dei Comunelli di Contignano e di Castelvecchio. 

Si estende verso sud dalla Valle del fiume Paglia, un affluente del Tevere, fino a quella del Fiume Orcia a nord; ad est lambisce le pendici del Monte Cetona e ad ovest quelle del Monte Amiata.

Il Comune di Radicofani è uno dei cinque comuni della Val d’Orcia che dal 2004 è riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità per la bellezza del suo paesaggio. 

Il Comune è da anni classificato con la Bandiera Arancione del Touring Club. 

È attraversato per 15 km dalla Via Francigena, arteria commerciale e di fede che dirigeva verso Roma. Il suo territorio è molto vasto, circa 118 km quadrati, tuttavia ha una densità di popolazione piuttosto bassa, circa 1200 abitanti, che risiedono per la maggior parte a Radicofani, una parte nella Frazione di Contignano e infine nei numerosi casolari dell’area comunale.

Siamo a circa 20 km dalle provincie di Grosseto, Viterbo, Perugia e Terni. A poca distanza ci sono numerose sorgenti termali e di cura: Bagni S. Filippo, Bagno Vignoni, San Casciano dei Bagni, Chianciano. Ugualmente a poca distanza troviamo le cittadine d’arte di Pienza, Montepulciano e Montalcino.

Il territorio

Il Borgo di Contignano si trova a 479 metri slm su un collina argillosa, mentre Radicofani si trova alla base di una rupe vulcanica a 814 metri slm. Il terreno è formato da colline argillose, tipiche del paesaggio della Val d’Orcia, e da banchi sedimentari ottimi per la coltura del vino. Qui si produce infatti un ottimo Vino Rosso DOC Orcia. Sulle colline nascono spontaneamente erbe particolari, ottime per il pascolo degli ovini che producono un latte ed un formaggio unici. Il formaggio del territorio è apprezzato sin dall’antichità, ed è conosciuto come Cacio di Pienza, la cui denominazione mette in risalto la famosa cittadina della Val d’Orcia ma che in realtà è assunto da tutti i caseifici della zona che rispondono alle caratteristiche dovute  al pecorino prodotto.

La produzione dell’olio comincia ad ottenere un vero mercato, visto le qualità organolettiche e la leggerezza che il prodotto assume in questo territorio. 

La storia

Il paese sorge molto probabilmente sulle fondamenta di un villaggio etrusco-romano di Viclanus. Il borgo come lo vediamo oggi è di origine medievale, una fortificazione antica a controllo e difesa della Via Francigena, ricordato già nel 973 con le sue fortificazioni (cum suo castro). 

Il toponimo sembra derivare da “Rackis hofen” = “territorio, casa, luogo… di Rackis”, un re longobardo al quale la leggenda attribuisce un episodio sulla fondazione dell’Abbazia di S. Salvatore sul monte Amiata. 

Nel XIII secolo il Borgo divenne molto importante anche per le gesta del brigante-gentiluomo Ghino di Tacco. All’inizio del 1400 venne preso in affitto dalla Repubblica di Siena, che ampliò la Fortezza, dotandola di servizi e costruendo un fortino e la dogana per il controllo dei traffici. 

I Medici investirono molto costruendo un grande cinta muraria, trasformando le mura della Fortezza medievale in bastioni e costruendo poi la enorme “Osteria” che funzionò per secoli come stazione di posta e grande albergo. 

Nel 1859 entrò per plebiscito nel Regno d’Italia. Sede di Vicariato Regio fu centro fiorente sino alla costruzione dell’autostrada del Sole che lo escluse dai grandi traffico. Ma oggi possiamo dire anche che questo lo preservò dalla speculazione edilizia, mantenendo il suo carattere fiero di Vedetta della Val d’Orcia

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